Valerio Pellegrini, information designer: quando la chiarezza passa dalla bellezza

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ph Matteo Toffalori

Viviamo in un mondo complesso in cui il bombardamento continuo di informazioni rende spesso difficile scindere l’importante dal superfluo, e la cosa peggiore è che ormai ci stiamo facendo l’abitudine. In quest’ottica e, non nascondo, con una certa ammirazione, ho iniziato ad interessarmi alle infografiche, termine generale con cui possiamo indicare tutto ciò che è data visualization, information design e infine infografica editoriale. Ne ho parlato con Valerio Pellegrini, giovane information designer di Milano che conosco da tempo (realizzò anche il logo del mio blog Sterlizie) e che seguo con vivo interesse. Appassionerà anche voi! 

• Corriere della Sera, Wired Uk e Wired US, magazine internazionali di settore come Boat Int. Mag. ma anche realtà museali come La Triennale di Milano, sono tra i tuoi clienti.
Cosa porta oggi editori, istituzioni ed aziende a scegliere la strada dell’infografica per interfacciarsi con il proprio pubblico su determinati argomenti?

V.P.: Quello che spinge queste realtà eterogenee oggi a comunicare con il loro pubblico tramite la visualizzazione di dati, rappresenta una rinnovata necessità: quella di instaurare con il cliente un rapporto nuovo, di fiducia, basato sui contenuti. Essendo sempre più difficile catturare l’attenzione del lettore in un mondo dei media letteralmente bombardato da immagini, l’analisi e la rappresentazione dei dati rappresentano un interessante punto d’accesso ai contenuti. Se una tavola è ben strutturata, riporta dati interessanti e analizzati con cura, fornisce una chiave di lettura chiara, ed è esteticamente valida, porterà sicuramente il lettore ad interessarsi e a soffermarsi su quella pagina (nel caso parlassimo di editoria). È l’era del design al servizio dell’informazione.

 Nel lavoro di ogni giorno, qual è il tuo approccio nella realizzazione dei progetti di Data Visualization? Ti confronti direttamente con l’elaborazione dei Big Data?

V.P.: Non sempre ho a che fare con i Big Data, che per definizione sono caratterizzati da dataset molto estesi. Nel caso di una doppia pagina illustrata per un giornale ad esempio è difficile poter rappresentare un bacino di dati così grande. Altri tipi di progetti invece mi permettono di utilizzarli, e un aspetto affascinante è sapere che in mezzo a tutti quei valori si nascondono trend, pattern, strutture che non sono ancora state scoperte.

Tendenzialmente i miei progetti sono molto diversi gli uni dagli altri a seconda del tema, dello stile del media, della tipologia di pubblico, ma la struttura del processo rimane a grandi linee molto simile: analizzo e studio il dato fino in fondo (potrebbe essere ad esempio un foglio di excel pieno di numeri o un pdf con tabelle), cercando di individuare già in questo primo momento eventuali strutture invisibili. Successivamente strutturo la tavola, realizzando ogni sua componente con cura e disegnando con precisione i singoli elementi: in queste tavole ogni centimetro è importante, tutte le dimensioni devono essere riportate fedelmente per poter permettere all’utente di comparare i valori. Dopo aver strutturato nei minimi particolari la tavola, la rendo esteticamente piacevole, lavorando sui dettagli grafici e facendo emergere maggiormente il mio gusto personale.

• Bellezza o Chiarezza: ti trovi mai a dover scegliere? E la tecnica rappresenta mai un ostacolo nel raggiungimento del risultato finale?

V.P.: È una continua battaglia! La mia professione, l’information design, prevede che la necessità di chiarezza sia gerarchicamente più importante rispetto alla bellezza. O meglio, la funzionalità (propria del design e non dell’arte, ovvero progettare con lo scopo di rendere un’oggetto funzionale a qualcosa) deve necessariamente avere la priorità rispetto all’aspetto puramente estetico. Un’informazione ‘bella’ ma non chiara non è informazione, così come una sedia bellissima ma con lo schienale ruotato non è ‘più’ una sedia, poiché quell’oggetto non ne svolge più la funzione.

La chiarezza molte volte è nemica della bellezza, e parte del mio lavoro consiste anche nel riuscire a rendere i dati belli ma soprattutto chiari. In poche parole, solo nel momento in cui come progettista sai gestire l’intersezione e l’equilibrio tra questi due campi puoi permetterti di concentrarti sull’aspetto estetico.
Pochi mesi fa ho esposto insieme ad altri artisti alcune mie opere a Prato, in una mostra chiamata Identità 17. In questa occasione ho creato delle opere che non sono funzionali, ovvero non comunicano esplicitamente dati ed informazioni, ma riportano unicamente le strutture. In questo caso il design lascia spazio all’arte. Una di queste opere è stata esposta anche al LACDA di Los Angeles nella mostra ’Top 40 International Juried Competition’, un’esposizione di Digital Art.

• Ti chiedo di scegliere i lavori che ami di più e di raccontarceli!

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1. MINERVA – Data Visualization & Kant’s work
È uno dei progetti a cui tengo di più ed è stata la mia tesi di laurea specialistica al Politecnico Di Milano. Consiste nell’analisi e rappresentazione di tutto il lessico di Immanuel Kant, dalla frequenza dei termini nelle sue opere alla progettazione di nuovi sistemi per lo studio e la comparazione di parole nell’opera omnia da parte di storiografi della filosofia. Un lavoro durato più di anno e che mi ha permesso di confrontarmi con ricercatori della Statale e dell’Università di Duisburg-Essen in Germania.
Una delle tavole realizzate è stata utilizzata dalla Oxford Press come cover per un saggio riguardante Kant.

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2. THE MISSING MIGRANTS MAP – Corriere della Sera – La Lettura
Questa tavola realizzata con Michele Mauri ha vinto il premio Information Is Beautiful Award 2016 come Infographic Gold, ed è stato realizzato per La Lettura, inserto culturale domenicale del Corriere della Sera. In questa mappa abbiamo visualizzato i dati di Missing Migrants Project riguardo ai migranti morti e scomparsi in un anno nel Mediterraneo e in Europa. Il forte impatto visivo della tavola è dato dai singoli punti (ognuno di loro rappresenta un migrante morto o scomparso a seconda del colore) che danno risalto e valore alla vita del singolo migrante, spesso rappresentato come un numero aggregato.

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3. WIRED US – Hurricanes: Storm Warning
In questa tavola per Wired US abbiamo visualizzato tutti gli uragani, e la relativa intensità in nodi, che hanno colpito gli Stati Uniti dal 1900. Il risultato è una fittissima matassa di fili che solcano i mari e si scontrano con i confini geografici. Una delle difficoltà di questo progetto è stata trovare un modo efficace per rappresentare così tante linee e differenziarle allo stesso tempo.

Information Design Data Visualization - Valerio Pellegrini - Africa 1 Information Design Data Visualization - Valerio Pellegrini - Africa 2

4. AFRICA – Big Change / Big Chance – Triennale di Milano
In questa mostra per la Triennale di Milano ho realizzato una serie di tavole che mostrano dati inediti relativi al continente africano. Uno degli intenti della mostra era quello di raccontare l’Africa tramite le sue prospettive di crescita, le strutture architettoniche, le analisi delle risorse. E’ stata una bellissima esperienza che mi ha permesso di progettare tavole per una realtà e target diversi dal solito

5. A soli trent’anni hai già ricevuto diversi riconoscimenti per il tuo lavoro di Data Visualization. Ti definisci un creativo, un comunicatore, o… ? Dove ti porterà questa strada nei prossimi 5 anni?

Da tanti anni cerco di capire quale possa essere effettivamente il mio ruolo all’interno di questo sistema e non ho trovato ancora una risposta precisa, perché la comunicazione visiva ha tantissime sfaccettature. Penso che un generico ‘creativo’ possa andar bene ma credo che questi anni, in cui si stanno creando delle figure professionali ibride e interessanti e la tecnologia si affina esponenzialmente, ci porteranno a qualcosa di nuovo, costringeranno i creativi a rivedere i confini delle proprie competenze e a reinventarsi. Spero che questo possa portare a nuovi campi del design e a possibilità di progettazione sempre più stimolanti.

Grazie Valerio per questa immersione in un mondo fatto di estetica e informazione. A tutti, consiglio di visitare il portfolio di Valerio Pellegrini su Behance: http://be.net/valeriopellegrini

 

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