Fare artigianato di lusso oggi: intervista a Giorgia Bistrusso

FrisiaAmor Bistrusso borse artigianato di lusso

Quando vi ho presentato l’allora neo-nato brand Bistrusso (qui), ero rimasta colpita dall’utilizzo creativo del sughero in questa linea di borse e dal senso di appartenenza della designer Giorgia Bistrusso alla sua terra, la Sardegna.

Oggi, dopo due anni, da Cagliari Bistrusso è a tutto titolo portavoce di un nuovo artigianato di lusso legato alla tradizione (come quella della tessitura del lino e dei tappeti fatti a mano) che riesce ad attrarre anche grazie alla sperimentazione di tecniche (come la ricamatura su sughero nero) e alla ricerca di materiali.

RITRATTO_GIORGIA Bistrusso designer

La designer e founder del brand, Giorgia Bistrusso

 

Ho fatto quattro chiacchiere con Giorgia e abbiamo parlato di cosa voglia dire per un brand di moda indipendente fare artigianato di lusso in Italia, oggi.

  • Hai fondato un brand che porta il tuo nome e parla della tua terra in ogni pezzo: come sono cambiate le cose dal giorno uno a oggi? Quali sono stati i traguardi più importanti e gli ostacoli più difficoltosi?

G.B.: La Sardegna per me è l’ispirazione vera e propria, infatti quest’ultimo anno sono stata più presente dai miei artigiani perché tra fiere ed eventi ho dovuto viaggiare moltissimo e non mi sono fermata un solo giorno.

Sicuramente ci sono stati dei cambiamenti, vi è innanzitutto una maggiore consapevolezza e gli obbiettivi sono ben chiari.  Mi sono dedicata al posizionamento del brand dedicandomi con assiduità ad alcune collaborazioni. Ma le forze impiegate in Sardegna sono state doppie, soprattutto perché crearsi un ponte con il resto del mondo non è facile, perché PRATICAMENTE non esistono scambi per poter interagire con il mondo della moda a livello internazionale. Quindi il lavoro necessario è davvero decuplicato. Questo è il vero ostacolo, paradossalmente crescere nella mia terra è stato più duro del previsto, ma sono convinta che si debba continuare su questa strada e seminare positivamente. 
Atelier BistrussoAtelier Bistrusso4-Bistrusso-Atelier Atelier Bistrusso

  • Il tuo showroom è Cagliari, dove vivi, e anche la produzione delle borse Bistrusso avviene nel territorio sardo: ci racconti il processo (ideazione-creazione-vendita) e i suoi protagonisti?

G.B.: Lo showroom Bistrusso da circa un anno è nella mia città, è uno spazio di infinite storie, dove poter conoscere il progetto, toccare con mano le creazioni e ospitare artisti e amici che arrivano da ogni parte del mondo. Sono convinta che raccontando le proprie esperienze si generano emozioni bellissime.

Lo spazio è arredato in stile vintage, l’ubicazione è in un quartiere storico di Cagliari, Villanova, che non frequentavo spesso, ma al mio ritorno in Sardegna mi ha incuriosito perché convivono insieme diverse realtà. Inoltre è accanto alla via Sulis, ormai divenuta la via chic della città, dove si possono trovare anche le mie borse, nel ristorante da i Sarti del Gusto, così come da Soha Sardinia in Costa Smeralda e in alcuni eventi a cui partecipo. Da alcuni mesi sono anche nel circuito Manfredi style, progetto che racchiude il vero Made in Italy. A breve si aggiungeranno tutte le altre novità, presto altri eventi.

Tutto nasce e prende forma in Sardegna, dalla colorazione dei filati alla realizzazione delle maglie anche al telaio tradizionale. Prediligo i tessuti sardi, ma tendo a togliere dettagli e aggiungerne di nuovi. Intreccio lana e seta con rigore, le geometrie sono ben definite per dare risalto al tessuto di sughero e ai pellami preziosi. In parte mi affido a piccoli laboratori, che sono diventati la mia seconda casa, alcuni invece lavorano a progetto. Tutti rimangono nel proprio territorio, sono io che vado a lavorare con loro. La ricamatrice principale è del centro Sardegna, direi eccezionale, colei che invece finisce il prodotto è la Signora Anna di Domusnovas. Lei è fondamentale e unica.

Le ultime due campagne pubblicitarie sono state ambientate nel Sulcis Iglesiente,  devo molto a questa parte dell’Isola, non ci sono i lustrini del nord Sardegna, ma è un territorio meraviglioso, dove sono nati i miei pensieri più belli. Un territorio di fatto dimenticato e violentato dagli scempi politici, a modo mio ho portato qualcosa di prezioso. Questo è stato possibile grazie ad Antonio Pintus, alla sua sensibilità nel fotografare e a Roberto Ortu per l’Art Direction, che mi segue dal primo giorno. Devo tanto a tutti gli aiutanti in generale, direi tutti preziosissimi. Compresa Arianna, la modella, sarda anche lei, da piccolissima ha iniziato il suo percorso con noi, è lei la nostra vera musa.

Ristorante-Sarti-del-Gusto

  • Nel 2015 hai partecipato ad Altaroma nell’esposizione A.I (Artisanal Intelligence), tra i rappresentanti di una categoria che viene generalmente definita di “giovani designer”. Qual è, secondo l’esperienza raccolta in questi anni, lo stato ad oggi dell’artigianalità di lusso in Italia?

G.B.: AltaRoma parte proprio da questo: dall’eccellenza; valorizzando e sostenendo la moda dove l’artigianalità fa sempre da padrone. Grazie a queste meravigliose esperienze ho potuto avvicinarmi maggiormente alla categoria dei giovani (ma anche meno giovani) fashion designer. I più capaci li definisco gli artigiani del domani, che di fatto crescono e provano a barcamenarsi in questa giungla per riuscire ad aumentare i consensi da parte del mercato. 

A mio avviso il connubio perfetto si verifica quando tradizione, innovazione e modernità dialogano e si confrontano nei termini di unicità ed eccellenza. La definizione di artigiano è ampia, ma non può comprendere di per sè tutta la categoria e gli artigiani, perché l’artigianalità di lusso è una categoria di per sè ben definita, dove la raffinatezza e il pezzo “ricercato” Made in Italy aspira ad un mercato esigente che li possa apprezzare. Questo risultato può essere raggiunto solo se nell’insieme c’è un idea forte di base, con un design unico e riconoscibile, con una capacità di presentare il prodotto a livello internazionale. Ma questo non si verifica con tutti gli artigiani purtroppo, seppur bravi. 

Inoltre il vero prodotto di lusso deve seguire delle regole di base, mi spiegherò meglio: se io realizzo una borsa e la pubblicizzo come il “vero” Made in Sardinia, non posso crearla altrove, è importante essere onesti su tutta la filiera. Di sicuro la vera rivoluzione nel mercato del lusso è stata la vendite online in vetrine d’eccellenza.

Frisia mini A artigianato sardo Bistrusso Bistrusso Borse

  • Quali sono i prossimi passi – creativi o di mercato – per Bistrusso e quali sono gli elementi chiave del brand su cui conti per portare le tue borse al livello successivo?

G.B.: Un marchio di moda non è solo un brand ma è una storia che va raccontata. E io vorrei raccontarla più nel profondo. Perché vorrei si capisse il lavoro che stiamo portando avanti.

Ho diversi progetti, in quest’ultimo anno ho deciso di rimanere il più possibile nell’isola per dedicarmi a questo, a settembre si riparte con nuovi eventi. Nell’ultima collezione ho inserito il sughero nero, e realizzato dei disegni che sapientemente sono stati ricamati punto per punto, anche sui pellami. Stiamo lavorando ai nuovi ricami e qualche modello nuovo si aggiungerà. Ho appena realizzato delle capsule collections, con le mini frisia, tutti pezzi unici nominati e realizzati con dei pellami ricercati e luccicanti, che si discostano dalla solita idea di base ma ben convivono con gli altri modelli. Nel frattempo sono nate delle belle collaborazioni, avremo delle vetrine su alcuni canali che appunto valorizzeranno le borse. Stiamo anche avviando un progetto che riguarderà il mercato Asiatico.

Guardo al futuro con determinazione, il successo immediato non porta a niente, direi che mantenerlo è l’obbiettivo più difficile sul quale puntare. Per il resto acqua in bocca perché sono diventata scaramantica! 

Tutte le fotografie sono di Antonio Pintus

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